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Come affrontare il cyberbullismo.

Benvenuto sul nostro sito! Qui affronteremo l’argomento del cyberbullismo e come vincerlo. Se sei una vittima, fatti sentire, parlane.

Presentazione cyberbullismo

Cyberbullismo: in cosa consiste?

«Il cyberbullismo è la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio che è il bullismo. Il cyberbullismo definisce un insieme di comportamenti di prepotenza volti a intimorire, mettere in imbarazzo, escludere, molestare altri individui spesso coetanei,realizzati mediante l’uso di Internet e delle tecnologie digitali(sms, mms, foto, video, email, chatt rooms, istant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo è quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi.La vittima che viene scelta è quella che viene considerata come debole.

Il cyberbullismo possiede una serie di caratteristiche specifiche:

  • la pervasività (il cyberbullo è sempre presente sulle varie tecnologie usate),
  • l’anonimato, la volontarietà dell’aggressione (non sempre gli effetti negativi sono provocati da un’azione mirata, in quanto non potendo osservare le reazioni della vittima, si commettono atti persecutori non comprendendo che ci si è spinti troppo oltre)
  • l’ampiezza di portata (i messaggi e i materiali inviati sono trasmessi, ritrasmessi e amplificati oltre la cerchia dei conoscenti).

Altro fenomeno tipico del cyberbullismo è l’attivazione di meccanismi di disimpegno morale, come la minimizzazione (gli atti che si sono compiuti etichettandoli come “solo uno scherzo”) e la diffusione della responsabilità (“Non è colpa mia. Lo facevano tutti” oppure “Io non ho fatto niente, ho solo postato un messaggio che mi era arrivato”).Il mettere un video in rete è inoltre un modo per amplificare le proprie imprese, ottenere apprezzamenti da una platea molto vasta e sentirsi dei leader. Inoltre c’è un aspetto importante da valutare nel cyberbullismo: esso non si manifesta in contatto diretto, faccia a faccia, il bullo non è una presenza fisica, ma un nickname. Ciò favorisce una mancanza di visibilità.Inoltre, il cyberbullo non riceve il feed-back immediato e tangibile della vittima, non vede il dolore e i danni che la propria condotta può aver causato e non può cogliere le conseguenze delle proprie azioni.

Cyberbullismo, un fenomeno in allarmante crescita

I recenti casi di cronaca hanno evidenziato una diffusione crescente di atti che vengono denominati di cyberbullismo tra i giovanissimi.Secondo una ricerca condotta da Save The Children tre ragazzi su dieci sono testimoni di comportamenti violenti in rete e il 72% degli adolescenti vede il cyberbullismo come il fenomeno sociale più pericoloso del momento.Il numero delle vittime di comportamenti violenti e minacciosi sui social network, via mail o altro, sarebbe in forte aumento. Spesso questi ragazzi vengono presi di mira per futili motivi, l’aspetto fisico, il presunto orientamento sessuale, le relazioni sentimentali, il modo di vestire e di pensare diverso dal branco. Le conseguenze di queste prese in giro ripetute e pubbliche sono gravissime: isolamento (secondo il 65 per cento dei giovani intervistati), rifiuto della scuola (50 per cento), depressione (48 per cento).La risonanza che ha il web è implacabile: le foto, i messaggi di chat o gli sms possono essere visti da tutti, stigmatizzando la vittima, marchiandola e umiliandola.

Quali reati comporta e cosa si rischia

Le pene sono così varie, andando da 6 mesi a 5 anni per un maggiorenne e 6 mesi per un minorenne (o 516 euro di ammenda). A questo si somma eventuale risarcimento in sede civile.Si ha diffamazione  nelle ipotesi di denigration, flaming ed impersonation.Ilcyberstalking rientra nell’ambito del reato di atti persecutori e le condotte persecutorie sono costituite materialmente da molestie.Ildoxing è sanzionato dall’art. 167 del D.lgs. 196/2003, laddove vengano diffusi dati di un soggetto contro – o senza – il suo consenso e da tale condotta derivi un danno alla persona offesa.IlCyberbashing è un’ipotesi che può rientrare nelle percosse o nelle lesioni, fino ad arrivare, nelle ipotesi più gravi, all’omicidio preterintenzionale.L’harassment (molestie) è un’ipotesi problematica;si può affermare che l’harrasment possa integrare, nelle casistiche più gravi, l’istigazione al suicidio.

Come difendersi dal cyberbullismo

sulla scorta delle norme, i consigli comuni e di lunga data, per internet – che valgono contro i cyberbulli– è di non rispondere ai messaggi provocatori e arrivare a bloccarne gli autori (su social, whatsapp,instagram…).E’ bene fare copia di qualche messaggio emblematico per una successiva denuncia.Sui social è possibile anche segnalare il contenuto e l’autore alla piattaforma, che può così intervenire cancellando il primo e bloccando il secondo.E’ consigliabile anche limitare la privacy dei propri contenuti e foto e controllare chi ci possa taggare (limitando questa funzionalità).Per contenuti persecutori sul web, è possibile chiedere a Google la rimozione dal motore, così come al gestore del sito e al suo hosting provider.Ilpasso successivo è denunciare il comportamento e un giudice può tra l’altro, anche in via cautelativa, ordinare ai provider internet di oscurare quel contenuto illecito.

Conclusioni

Il cyberbullismo è un fenomeno sociale che si sta imponendo come manifestazione tipica della criminalità minorile. Data la difficoltà – e, spesso, la poca efficacia – della repressione per mezzo della giustizia penale, è necessaria un’opera di sensibilizzazione dei minori a livello scolastico.E’ altresì necessario che le vittime possano essere sostenute nella denuncia dei fatti, non tanto per la sanzione dei responsabili, quanto piuttosto per far cessare le condotte che, usualmente, possono aggravarsi per la mancanza di controllo.

Cosa fare se sei vittima di cyberbullismo

Consigli per ragazzi vittime di cyberbullismo

Linee guida esposte anche sul sito di Telefono Azzurro, di seguito riportate in parte:

  • inviate al cyber-bullo un messaggio in cui, in maniera chiara e risoluta, gli comunicate che il suo comportamento vi sta disturbando ed esortatelo a interrompere immediatamente tale condotta;
  • non rispondete a chi vi offende o insulta on line o sul cellulare;
  • bloccate o filtrate tutte le e-mail, la messaggistica immediata e gli sms provenienti dal cyberbullo;
  • tenete traccia delle conversazioni o degli sms che vi hanno infastidito;
  • evitate di visitare i siti web o di partecipare a gruppi di discussione dove hanno avuto luogo gli attacchi offensivi;
  • cambiate indirizzo e-mail, account e username per impedire di essere identificati e infastiditi;
  • cambiate il numero del cellulare e comunicatelo solo a poche persone;
  • informate i vostri genitori o un adulto di riferimento rispetto a ciò che sta accadendo. Ciò vale anche nel caso in cui non siate la vittima diretta degli attacchi on line o sul cellulare, ma abbiate occasione di assistere ad episodi che coinvolgono altri bambini o ragazzi.
  • https://azzurro.it/cosa-facciamo/

Come devi conservare la prova

Telefono cellulare: devi salvare nel tuo telefono ogni messaggio, voce/testo/immagine,
conservando così il numero del mittente.
IM: alcuni servizi permettono di registrare tutte le conversazioni. Puoi copiare, incollare e
stampare, anche se questa modalità ha meno valore come prova, in quanto può essere
facilmente rielaborata. Le conversazioni registrate ed archiviate dal servizio IM sono prove
più valide.
Siti social network, video hosting site, altri website: conserva il link, stampa la pagina o
salva la schermata su documento word.
Chatrooms: stampa la pagina o salva la schermata su documento word.
E-mail: stampa la mail e ogni successiva comunicazione, conserva l’intero messaggio,
compresa l’intestazione del mittente.
Parlane con un adulto di fiducia o, se non ti è possibile, chiedi aiuto utilizzando i servizi on
line della Polizia Postale

Com’è un cyberbullo?

L’autore degli atti di bullismo o di cyberbullismo, ha come caratteristica distintiva, implicita già nella definizione, l’aggressività nei confronti dei coetanei, nello specifico minorenni. Ciò non toglie che il bullo spesso abbia atteggiamenti aggressivi anche con gli adulti, genitori o insegnanti. Il bullo ha un carattere impulsivo bisognoso di predominio sugli altri, è un individuo che tende prevalentemente a mettersi in mostra ed è incurante delle regole del viver comune. Egli non è in grado di instaurare un corretta interazione con i suoi coetanei ed è incapace di gestire le proprie emozioni, manifestando una forte immaturità affettiva, inoltre non sembra conoscere sentimenti come il senso di colpa o la vergogna.

E’ interessante notare che, le caratteristiche della vittima prescelta dal cyber bullo, spaziano intorno agli aspetti più vari: particolare aspetto fisico, tipologia di abbigliamento, colore della pelle o dei capelli, orientamento sessuale o religioso, per fare solo alcuni esempi. Le mire del bullo però possono essere anche indirizzate verso un coetaneo particolarmente attraente o eccellente in ambito scolastico o sportivo o in qualsiasi altra sfera esperienziale. E’ proprio la diversità dal resto del gruppo a giocare un ruolo importante nella psicologia di chi bullizza.

Far presa sul gruppo è il maggior interesse del cyber bullo che cerca popolarità al suo interno, agendo per divertimento e a volte anche per noia.

In realtà dietro la maschera del leader carismatico del gruppo, si nasconde spesso una profonda insicurezza e fragilità.

Il bullo spesso non sa dare una spiegazione al suo comportamento, la vittima presa di mira, potrebbe personificare quelle caratteristiche di fragilità e debolezza che il bullo non vuole riconoscersi. Egli tende ad umiliarla, facendo in modo che, anche il gruppo a cui appartiene, si accanisca contro un compagno considerato un povero “sfigato/a” e per questo motivo meritevole di essere perseguitato. Psicologicamente il cyberbullo riesce a dissociarsi dall’effetto che provocano le sue azioni veicolate dal mezzo tecnologico, si tratta di un disimpegno morale che vede nella deumanizzazione delle vittime un modo per dissociarsi dal dolore procurato. Ciò avviene perché non avendo di fronte la propria vittima, non vedendo con i propri occhi l’effetto che procura, non si rende conto della gravità del danno inflitto, in altre parole, non ha la percezione del dolore reale provato dalla sua vittima.

La vittima d’altronde si colpevolizza anche da sola, convincendosi che qualche propria caratteristica possa davvero giustificare le persecuzioni.

Gli atteggiamenti del bullo/cyberbullo e della vittima in qualche modo possono essere considerati complementari. La difficoltà di entrare in contatto con le proprie emozioni e riconoscere quelle degli altri, insieme all’incapacità di esprimere i sentimenti con le parole sono aspetti che la vittima e il bullo hanno in comune, insieme alla difficoltà di fondo di entrambi di mettersi in relazione con gli altri.

Lo studioso norvegese Dan Olweus, primo teorico del complesso fenomeno del bullismo, ha individuato anche la figura del bullo/vittima, un attore che è contemporaneamente vittima e carnefice. In genere i bulli/vittime sono coloro che vengono riconosciuti dai compagni come quelli che al tempo stesso fanno e ricevono prepotenze. Frequentemente provocano, sono facilmente eccitabili, si comportano in modo da creare tensione e irritazione nei compagni; sono descritti come bulli inefficaci, in quanto non riescono a mantenere il potere. Rispetto alle vittime, sono più attivi, hanno una maggiore fiducia in se stessi.

La vittima è un soggetto debole caratterialmente ansioso ed insicuro, ha una spiccata sensibilità ma una bassa autostima. La sua predisposizione è all’isolamento perché ritiene di non essere in grado di difendersi. Tendenzialmente la vittima nega l’esistenza del problema con chi lo circonda perché tende a colpevolizzarsi, questo è uno dei motivi per cui difficilmente parla del suo problema con qualcuno.

L’effetto sul minore vittima degli attacchi di cyberbullismo, possono provocare una chiusura nei confronti del mondo circostante, depressione ed abbandono delle normali attività: scuola, sport e vita sociale.

Vicende di ragazzi vittima di cyberbullismo

            La storia di Carolina

E’ il caso di Carolina Picchio, cui è dedicata la legge contro questa forma di violenza, appena approvata. Lei aveva solo 14 anni quando la sua vita si è spenta ed è diventata simbolo di lotta. Ad una festa, dei coetanei la fanno bere e, la ragazza, ubriaca, si sente male e va in bagno. Viene seguita da un gruppo di adolescenti che la molesta, la violenta e la filma. Il video finisce su Facebook e riceve circa 2000 visualizzazioni, 2600 commenti in 24 ore. E la piena della rete è inarrestabile, nonostante le richieste di aiuto e le affermazioni di sconforto della giovane. Seguono cinque lettere di addio, di perdono, di scuse. Poi si getta da un’altezza di trenta metri. Neppure la morte le dà pace: qualcuno ha rubato in rete la sua identità e le sue foto per farle girare su siti pornografici.

https://youtu.be/S0t39JoghVM

             La storia di Andrea

Nella capitale fa scalpore il caso di Andrea Spezzacatena, 15 anni, impiccato in casa e trovato dal fratello minore con una sciarpa stretta intorno al collo. Si è parlato di lui come “Il ragazzo dai pantaloni rosa” vittima dell’omofobia, anche se molto probabilmente lo studente del liceo Cavour non era omosessuale, ma prediligeva semplicemente quel colore. La prima indagata è la preside, per omissione di controllo: nessuna misura di vigilanza sui compagni di scuola, solo la decisione di cancellare le scritte di denigrazione nei confronti del giovane, senza neanche avvertire i genitori dell’accaduto. Le indagini si sono poi spostate su sei minori, per istigazione al suicidio. La madre ed il padre di Andrea hanno denunciato anche la diffamazione e lo stalking. Oggi Teresa Manes, la mamma, è presidente dell’Associazione Italiana Prevenzione Bullismo e si occupa di militanza nelle scuole.